Fotovoltaico con accumulo pro e contro, quando conviene davver
Sommario
Il fotovoltaico con accumulo è tra le soluzioni più discusse nel 2025: un accumulatore fotovoltaico conviene quando si punta a maggior autoconsumo, bollette più leggere e continuità in caso di blackout. In questa guida spieghiamo come funziona il fotovoltaico con accumulo, analizziamo fotovoltaico con accumulo pro e contro e forniamo indicazioni sui fotovoltaico con accumulo prezzi, oltre a evidenziare vantaggi e limiti dei fotovoltaico e sistemi di accumulo. Seguendo una struttura “reverse pyramid”, partiamo dalla risposta breve su quando conviene davvero, per poi approfondire aspetti tecnici, economici e normativi in Italia, includendo domande in stile People Also Ask, checklist operativa e riferimenti a fonti autorevoli come GSE, ARERA, Terna, ENEA ed Eurostat, così da aiutare a decidere se, come e quando installare un impianto fotovoltaico con batteria
Sintesi rapida: vale la pena nel 2025?
Per capire rapidamente se conviene il fotovoltaico con accumulo, consideriamo subito i dati chiave relativi a autoconsumo, risparmio e condizioni ideali.
Il verdetto in 30 secondi
- Autoconsumo: senza accumulo 30–40%; con batteria 70–90% a parità di impianto.
- Risparmio: famiglie con consumi serali elevati risparmiano 400–1.200 €/anno; ROI tipico 5–10 anni con incentivi.
- Conviene subito se: usi serali alti (pompa di calore, auto elettrica), zona con blackout, Centro-Sud con irraggiamento maggiore.
- Conviene meno se: consumi serali bassi, rete stabile ed economica, esposizione scarsa o ombreggiamenti importanti.
- Fonti: statistiche GSE sul fotovoltaico, prezzi e tariffe ARERA, atlanti solari e dati di Terna/ENEA, confronti con trend Eurostat.
A chi conviene davvero
L’accumulatore conviene soprattutto per profili con consumi serali/notturni elevati: famiglie numerose con pompa di calore o EV e PMI con carichi distribuiti sfruttano al meglio lo storage.
La localizzazione conta
In Centro-Sud e Isole l’irraggiamento più alto (circa 1.300–1.700 kWh/kWp/anno) aiuta tempi di rientro più veloci rispetto al Nord (1.000–1.200 kWh/kWp/anno), come indicano atlanti solari e dati nazionali elaborati da Terna/ENEA. Se il tetto ha buona esposizione e scarse ombre, la batteria riesce a caricarsi a sufficienza durante il giorno per coprire in modo efficace la sera.

Quando rimandare o ridimensionare
Se i consumi sono quasi tutti diurni, l’accumulo può essere ridotto o rimandato: iniziate senza batteria o con taglia minima, predisponendo il sistema per un upgrade futuro.
Meglio accumulo o scambio con la rete?
La risposta breve è: accumulo conviene quanto più spostate i consumi alla sera/notte. Lo scambio sul posto è in fase di superamento per le nuove installazioni; oggi si usano spesso Ritiro Dedicato o si guarda alle CER. Se il prezzo dell’energia prelevata è alto e il valore riconosciuto per l’energia immessa è basso, trattenere in sito l’energia con una batteria diventa più vantaggioso.
Fotovoltaico con accumulo: pro e contro
Prima di analizzare gli svantaggi, è utile capire perché sempre più persone e aziende scelgono un impianto fotovoltaico con accumulo: i vantaggi principali rendono chiaro il potenziale risparmio e l’efficienza energetica.
Vantaggi principali
Il primo vantaggio è l’autoconsumo: passare dal 30–40% senza accumulo al 70–90% con la batteria significa usare molto di più l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici. Questo riduce la dipendenza dalla rete elettrica e il prelievo nelle ore serali, quando spesso le tariffe sono più care. Il secondo vantaggio è il risparmio in bolletta: in profili idonei si parla in genere di 400–800 euro/anno al Nord e fino a 700–1.200 euro/anno al Sud, grazie a più produzione e a consumi serali più consistenti. Un terzo punto è la sicurezza: molti sistemi offrono backup su carichi essenziali durante un blackout, garantendo luce, internet e frigorifero per alcune ore. C’è poi l’aspetto immobiliare e ambientale: un impianto fotovoltaico con batteria aumenta l’attrattiva dell’immobile e riduce le emissioni di CO2 per kWh autoconsumato. Infine, gli incentivi e le detrazioni fiscali attive in Italia nel 2025 aiutano il ROI, rendendo l’investimento più accessibile.
Svantaggi e limiti
Svantaggi: costo iniziale +30–50%, durata limitata 8–15 anni, complessità tecnica e convenienza variabile secondo consumo, irraggiamento e incentivi
Rischi reali e miti da sfatare
I rischi esistono, ma si gestiscono. Installazioni non a norma, ventilazione scarsa o posizionamento errato aumentano i rischi di sicurezza. La strada per mitigarli è chiara: scegliere marchi affidabili, rispettare le norme tecniche (come la CEI 0-21 per la bassa tensione) e affidarsi a installatori qualificati. Tra i miti, uno dei più comuni è l’“off-grid facile” in ambito urbano: nella pratica, la quasi totalità dei sistemi resta connessa alla rete. Un altro mito è che “più grande è meglio”: una batteria sovradimensionata può allungare il payback se non viene sfruttata con cicli regolari.

È meglio un impianto senza batteria?
Se i tuoi consumi sono quasi tutti diurni e le tariffe notturne sono economiche, spesso sì: il fotovoltaico senza accumulo è più semplice e costa meno. Se invece usi una pompa di calore e ricarichi un’auto elettrica, l’accumulo aumenta il valore dell’impianto e può rendere l’investimento più vantaggioso.
Come funziona un sistema di accumulo
Dopo aver visto i principali vantaggi del fotovoltaico con accumulo, è importante comprendere come funziona il sistema e quali componenti ne determinano l’efficienza e l’autonomia.
Componenti chiave e flussi energetici
Un impianto fotovoltaico con accumulo è formato da moduli FV, un inverter (ibrido o classico abbinato a inverter per batteria), una batteria con sistema di gestione (BMS), il contatore bidirezionale e spesso un gateway con connessione cloud. Il flusso tipico è semplice: durante il giorno l’energia prodotta copre prima i carichi della casa, poi carica la batteria; l’eventuale eccesso viene immesso in rete. La sera, la batteria alimenta i carichi fino a esaurimento, riducendo il prelievo dalla rete. Gli indicatori da guardare sono capacità (kWh), potenza di carica/scarica continua e di picco (kW), profondità di scarica massima (DoD) ed efficienza round-trip (percentuale di energia che entra e riesce a uscire dalla batteria).
Accoppiamento AC vs DC e funzione backup
Un sistema DC-coupled collega la batteria sul lato in corrente continua: massimizza l’efficienza e si integra bene nei nuovi impianti con inverter ibrido. Un sistema AC-coupled aggiunge la batteria sul lato in corrente alternata: è la soluzione più semplice per il retrofit su impianti esistenti, con un piccolo costo in efficienza. La funzione backup (o EPS) può essere parziale, per carichi essenziali, o totale, se l’inverter lo consente e se il quadro elettrico è predisposto. I tempi di commutazione variano in base al modello. In Italia valgono requisiti di anti-islanding e le regole tecniche previste dalla CEI 0-21 per la connessione in bassa tensione.
Dimensionamento di massima
Per non sbagliare taglia, partite dai consumi reali, soprattutto nelle ore serali. Una regola rapida è scegliere una batteria pari a 1–1,5 volte il consumo serale medio, oppure usare 1–2 kWh di accumulo per ogni kWp installato e poi rifinire con una simulazione. Alcuni esempi pratici: per 5 kWp e una famiglia media, 7 kWh di batteria sono spesso adatti; per 6 kWp con pompa di calore, 10 kWh danno più autonomia; per 8 kWp con auto elettrica che si carica la notte, 10–15 kWh sono sensati. L’errore comune? Sovradimensionare l’accumulo in aree a basso irraggiamento o con consumi serali modesti: la batteria si riempie meno e si ripaga più lentamente.
Quanti kWh di batteria servono per una casa?
In media: 5–7 kWh per una casa con 3–4 persone senza auto elettrica; 7–10 kWh con pompa di calore o boiler elettrico; 10–15 kWh se ricarichi un’auto elettrica di notte. Sono valori di partenza, da confermare con i dati del contatore.

Analisi economica in Italia (2025)
Dopo aver compreso come funziona un sistema di accumulo, il passo successivo è valutare i costi e la convenienza economica di un impianto fotovoltaico con accumulo, così da capire l’effettivo ritorno dell’investimento.
Costi medi installati
I costi variano per taglia, marca, garanzia, potenza di carica/scarica e complessità del sito. A livello indicativo, nel residenziale un accumulo costa spesso tra 500 e 1.000 €/kWh installato. Un impianto da 6 kW con 10 kWh di batteria oggi si posiziona spesso tra 14.000 e 22.000 euro chiavi in mano, con differenze legate a componenti premium, garanzie più lunghe ed eventuale funzione di backup totale. Un 10 kW con batteria di taglia adeguata può salire in modo significativo, sia per la parte fotovoltaica sia per l’accumulo e gli adeguamenti di quadro.
Risparmi annuali e payback
Quanto conviene un impianto fotovoltaico con accumulo? In uno scenario medio, al Nord un 6 kW con 10 kWh di batteria può risparmiare 600–900 €/anno con autoconsumo 75–85%, ottenendo un ROI tra 7 e 10 anni se si sfrutta la detrazione al 50% dove ammessa. Al Sud, un 5 kW con 7 kWh può risparmiare 700–1.200 €/anno e rientrare in 5–8 anni grazie a maggiore produzione e migliori profili di consumo serali. I driver sono il prezzo dell’energia (secondo ARERA i livelli 2024–2025 restano volatili), la quota di autoconsumo, gli incentivi, la qualità dei componenti e la degradazione effettiva della batteria. Un +10% del prezzo dell’energia può accorciare il ROI di 0,5–1 anno; riduzione degli incentivi o batterie sovradimensionate lo allungano. È per questo che una simulazione sui propri dati è sempre consigliata.
Incentivi, detrazioni, CER e fiscalità
In ambito residenziale, l’installazione di un impianto fotovoltaico e dei sistemi di accumulo può rientrare nella detrazione 50% per ristrutturazioni edilizie quando ricorrono i requisiti previsti; in alcuni casi è applicabile l’IVA agevolata al 10%. Periodicamente escono bandi regionali o comunali con contributi a fondo perduto. Sul fronte regolatorio, lo Scambio sul Posto è in fase di superamento per le nuove attivazioni; per l’energia immessa si utilizza il Ritiro Dedicato del GSE o si guarda alle Comunità Energetiche Rinnovabili, che prevedono tariffe premio sull’energia condivisa secondo le regole GSE e le delibere ARERA. L’accumulo può aumentare la quota di energia condivisa nelle CER, migliorando i ricavi indiretti. Le regole fiscali e procedurali cambiano nel tempo: è utile verificare sul sito del GSE, sulle pagine ENEA e nelle delibere ARERA aggiornate.
In quanti anni si ripaga l’accumulo?
Tipicamente in 6–10 anni in ambito residenziale quando ci sono incentivi e consumi serali alti; nei casi meno favorevoli si va verso 8–12 anni. Per le PMI, il rientro dipende dal profilo di carico e dai picchi: il beneficio da peak shaving può fare la differenza.

Casi studio e numeri reali 2024–2025
Per capire concretamente quanto conviene un impianto fotovoltaico con accumulo, è utile esaminare esempi reali di famiglie e aziende in diverse zone d’Italia.
Famiglia Nord Italia (6 kW + 10 kWh)
Una famiglia in Nord Italia, con tetto S-SE e poche ombre, pompa di calore medio-piccola e abitudini serali, raggiunge un autoconsumo tra 75% e 85%. Il risparmio annuale tipico è 600–900 €. Con detrazione al 50%, il ROI stimato va da 7 a 10 anni. In caso di blackout, il backup mantiene router, luci e frigorifero per alcune ore. Dove sta la chiave? Programmare i carichi nelle ore coperte dalla batteria e tenere aggiornata l’app di monitoraggio.
Famiglia Sud Italia (5 kW + 7 kWh)
Nel Sud, la maggiore produzione consente un autoconsumo tra 80% e 90%, con risparmi che possono salire a 700–1.200 € l’anno se si programmando boiler e lavaggi nel tardo pomeriggio. Il payback scende a 5–8 anni. Tariffe multiorarie e buona esposizione aiutano l’accumulo a caricarsi quasi tutti i giorni, anche in inverno soleggiato.
Azienda agricola/PMI (30 kW + storage)
In ambito produttivo, i numeri dipendono dalla stagionalità e dai picchi. Con 30 kW di fotovoltaico e uno storage dimensionato per coprire il pre-serale, si possono superare i 2.000 € di risparmi annui: non di rado si ottiene molto di più grazie a peak shaving, riduzione delle penali di potenza e vantaggi in caso di micro-interruzioni. Il ROI tipico è 6–9 anni, più rapido se si valorizza l’energia condivisa in una CER.
Effetto EV e pompa di calore
L’auto elettrica spesso si ricarica la sera: programmando la ricarica nelle ore in cui la batteria è piena, si sfrutta al massimo l’accumulo. In inverno, le pompe di calore portano carichi serali più alti: coordinando orari e temperature (pre-riscaldo nel pomeriggio), lo storage esprime il meglio. Una strategia utile è combinare accumulo elettrico e accumuli termici (puffer o boiler) per spostare consumi nei momenti di massima produzione fotovoltaica.
Scelta tecnologia e qualità del sistema di accumulo
Dopo aver analizzato esempi concreti e risparmi reali, il passo successivo è capire quale tecnologia di batteria scegliere e come la qualità del sistema di accumulo influisce sull’efficienza, sulla durata e sul ritorno dell’investimento.
Chimiche e garanzie (LFP vs NMC)
Le chimiche più diffuse sono LFP (litio ferro fosfato) e NMC (nichel manganese cobalto). Le LFP offrono maggiore durata in cicli e stabilità termica, con densità energetica leggermente inferiore: quindi sono spesso più voluminose a parità di kWh. Le NMC sono più compatte, ma richiedono maggiore attenzione a temperatura e cicli. Le garanzie tipiche sono 10 anni, con capacità residua garantita del 60–80% e spesso limiti su throughput totale (MWh accumulati) o numero di cicli. Nella scelta, leggete sempre bene le condizioni: una garanzia con throughput generoso è un vantaggio reale.

Sicurezza e conformità normativa
La sicurezza è un tema serio, ma gestibile con buone pratiche. Si installa in locale ventilato, su pareti non esposte a calore, con protezioni DC/AC e sezionatori adeguati. Il cablaggio deve seguire le norme tecniche; la protezione anti-islanding e la conformità alla CEI 0-21 per la bassa tensione sono obbligatorie per la connessione alla rete. In alcuni casi l’assicurazione dell’immobile chiede documentazione aggiuntiva o prescrizioni: coinvolgerla prima dell’installazione è una scelta saggia.
Compatibilità, retrofit e criteri di scelta
Se avete già un impianto fotovoltaico senza accumulo, l’accoppiamento AC (retrofit) è spesso la via più semplice. Per un impianto nuovo, l’accoppiamento DC con inverter ibrido è efficiente e ordinato. Valutate la potenza di carica/scarica (kW): deve essere coerente con i carichi che volete alimentare la sera. L’espandibilità è un plus: moduli batteria aggiuntivi consentono di crescere nel tempo. Pesano molto anche assistenza locale, disponibilità ricambi, qualità del cloud/app, tempi di intervento e certificazioni.
Meglio accumulo AC o DC?
AC è ideale per retrofit rapido e flessibile, con un piccolo sacrificio di efficienza. DC è preferibile nei nuovi impianti, perché è più efficiente e integra gestione e backup con meno perdite.
Progettazione e dimensionamento pratico
Una volta scelta la tecnologia e valutata la qualità del sistema di accumulo, il passo successivo è progettare correttamente l’impianto. Capire i consumi reali è fondamentale per dimensionare la batteria in modo ottimale e massimizzare l’autoconsumo.
Analizzare i consumi reali
Prima di decidere la taglia del sistema di accumulo, guardate i dati del contatore intelligente per almeno 30–90 giorni. Qual è il consumo medio tra le 18 e le 8? Quanti kWh partono in fascia F1 e F23? Quali carichi sono flessibili (lavatrice, lavastoviglie) e quali fissi (frigo, router)? Se pensate di aggiungere un’auto elettrica o una pompa di calore, stimate l’aumento del fabbisogno: prevenire è meglio che sovradimensionare.
Calcolo rapido della taglia batteria
Calcolo Taglia. Metodo 1: consumi serali medi x ore di copertura desiderate. Se la sera consumate 2 kW per 3 ore, 6 kWh nominali sono il minimo; considerando DoD e perdite, potreste mirare a 7–8 kWh. Metodo 2: 1–2 kWh per kWp installato e poi affinare con simulazioni. Evitate oversizing: una batteria troppo grande che resta spesso semivuota si ripaga lentamente. Una taglia “giusta” si carica e si scarica regolarmente, aumentando i cicli utili in un anno.

Ottimizzazione con domotica e carichi flessibili
La domotica aiuta a spostare i carichi nelle ore giuste. Potete avviare lavatrici e lavastoviglie nel primo pomeriggio, preriscaldare con la pompa di calore, e programmare l’auto elettrica per partire subito dopo il tramonto finché la batteria è carica. Sensori e scenari automatici aumentano l’autoconsumo e riducono i prelievi serali. Un piccolo sforzo di programmazione può valere decine di euro ogni mese.
Posso andare off-grid con 10 kWh?
In una casa in città, con 10 kWh è raro restare off-grid tutto l’anno. Servirebbe molto più fotovoltaico, più storage e spesso un generatore di supporto. Il grid-connected resta la soluzione pratica per la quasi totalità dei casi.
Operatività, manutenzione e fine vita
Dopo aver progettato e dimensionato correttamente il sistema di accumulo, è essenziale monitorarne l’operatività e pianificare la manutenzione per garantire efficienza, sicurezza e durata nel tempo.
Monitoraggio e aggiornamenti
Le app proprietarie mostrano stato di carica (SOC), flussi e alert. Tenere firmware e inverter aggiornati migliora efficienza e sicurezza. Quali KPI guardare? Efficienza round-trip, cicli/anno, energia non servita per mancanza di capacità o potenza. Questi numeri dicono se la taglia è corretta o se c’è margine per ottimizzare.
Costi nel ciclo di vita e sostituzioni
La batteria degrada nel tempo: spesso 2–5% iniziali, poi più lentamente. Leggete bene condizioni e limiti di garanzia (capacità residua, MWh totali). Pianificate una possibile sostituzione a 10–15 anni: fa parte del TCO (costo totale di proprietà). La manutenzione ordinaria è minima, ma una verifica annuale delle protezioni e dello stato dei cavi è una buona pratica.
Blackout e continuità operativa
Prima di installare, definite i carichi essenziali (router, luci, frigorifero, circolatori). La potenza di backup richiesta condiziona la scelta dell’inverter e la sezione dei cavi. L’autonomia in blackout va da 1 a 8 ore in base a capacità e carichi. Per dispositivi ultra-sensibili (server, macchine medicali) potete valutare un UPS dedicato a valle del backup.
Smaltimento e riciclo
A fine vita, la batteria rientra nei flussi RAEE. In Italia operano consorzi e filiere per ritiro e riciclo, con costi e tempi da considerare nel TCO. Preferite produttori che offrono programmi di take-back: semplificano gestione e responsabilità ambientale.
Checklist decisionale e prossimi passi
Dopo aver valutato operatività, manutenzione e fine vita del sistema, il passo successivo è assicurarsi di prendere decisioni informate prima dell’installazione. Una checklist pratica aiuta a non trascurare dettagli cruciali e a massimizzare il rendimento del fotovoltaico con accumulo.
Checklist in 10 punti prima di firmare
- Profilo dei consumi serali/notturni basato su dati del contatore.
- Irraggiamento locale, esposizione, ombreggiamenti e vincoli edilizi.
- Taglia fotovoltaico e batteria coerenti con obiettivi di autoconsumo.
- Scelta AC/DC in base a nuovo impianto o retrofit.
- Potenza di carica/scarica (kW) coerente con carichi serali.
- Espandibilità moduli batteria.
- Garanzie chiare su anni, cicli e throughput.
- Assistenza locale, tempi di intervento e affidabilità del cloud/app.
- Funzione backup/EPS: carichi essenziali, tempi di commutazione, conformità.
- Assicurazione, pratiche GSE/ARERA e documenti fiscali per detrazioni.
Pratiche e documenti
Servono la pratica al distributore per la connessione, la conformità alle regole tecniche (CEI 0-21 in BT), le pratiche GSE per Ritiro Dedicato o CER, e gli eventuali titoli edilizi (in molti casi edilizia libera; talvolta CILA secondo Comune). Per le detrazioni fiscali servono pagamenti tracciati e la documentazione richiesta dalle norme vigenti, incluse eventuali asseverazioni.
Preventivi e contratti: cosa leggere
Nel preventivo controllate prezzo per kWh di batteria, potenza di carica/scarica, DoD, throughput garantito. Valutate clausole di garanzia, SLA dell’assistenza, condizioni del cloud/app (proprietà dati, durata servizio). Verificate il cronoprogramma lavori, il collaudo e la formazione utente: saper usare app e scenari di carico è parte del valore.
Domande frequenti
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Quali sono gli svantaggi del fotovoltaico con accumulo?
I fotovoltaico con accumulo svantaggi principali includono costi iniziali elevati (+30–50% rispetto a solo FV), durata limitata delle batterie (8–15 anni), complessità tecnica e manutenzione. L’efficienza dipende dal fabbisogno energetico della casa, dal consumo di energia serale e dall’irraggiamento dei pannelli solari. Nel valutare fotovoltaico con accumulo pro e contro, bisogna considerare anche la necessità di monitorare l’energia elettrica prodotta e immagazzinare correttamente l’elettricità per utilizzarla durante le ore di maggiore consumo.
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Quanto conviene un impianto fotovoltaico con accumulo?
Quando si analizzano i fotovoltaico con accumulo pro e contro, si scopre che conviene se i consumi energetici serali sono alti, perché permette di immagazzinare l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari e utilizzarla durante le ore di minor sole. Il risparmio annuo varia tra 400–1.200 €, con ROI 5–10 anni se l’impianto è dimensionato bene. Nei profili con basso consumo serale, i fotovoltaico con accumulo svantaggi superano i benefici, rendendo meno conveniente il sistema.
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Quanto costa oggi un impianto da 6 kW con accumulo?
Un impianto fotovoltaico 6 kW con accumulo costa mediamente 14.000–22.000 €, in base alla capacità della batteria, alla marca e alla funzione di backup. I fotovoltaico con accumulo pro e contro mostrano che il prezzo elevato è compensato dal potenziale di immagazzinare energia elettrica prodotta dai pannelli solari e utilizzarla durante le ore serali, riducendo il prelievo dalla rete e aumentando l’autoconsumo di energia solare.
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Quanto costa un impianto da 10 kW con batteria?
Un impianto fotovoltaico con accumulo 10 kW può costare 22.000–35.000 € o più, a seconda di batteria, potenza di carica/scarica e opere aggiuntive. I fotovoltaico con accumulo pro e contro evidenziano vantaggi nel immagazzinare energia elettrica e usarla durante le ore serali, migliorando il consumo di energia in casa e ottimizzando la produzione di energia dei pannelli solari. Tra i fotovoltaico con accumulo svantaggi troviamo costi iniziali alti e complessità tecnica, che richiedono gestione attenta.
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Quanto costa un impianto da 3 kW con accumulo?
Un impianto fotovoltaico 3 kW con accumulo costa tipicamente 8.000–13.000 € con batteria 5–7 kWh. Analizzando i fotovoltaico con accumulo pro e contro, si nota che consente di immagazzinare energia elettrica prodotta dai pannelli solari e utilizzarla durante le ore serali, ottimizzando il consumo di energia e riducendo la dipendenza dalla rete. Tra i fotovoltaico con accumulo svantaggi ci sono limitazioni della capacità della batteria e ROI più lungo se il fabbisogno energetico è ridotto.
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Quando conviene la batteria di accumulo fotovoltaico?
Conviene il fotovoltaico con accumulo quando i consumi serali/notturni sono alti (EV, PdC, boiler), perché permette di immagazzinare energia solare dai pannelli solari e utilizzarla durante le ore di picco di consumo. Nei fotovoltaico con accumulo pro e contro, i vantaggi includono risparmio in bolletta, maggiore autonomia elettrica e ottimizzazione della produzione di energia. Gli svantaggi emergono con consumi bassi o irraggiamento limitato, dove l’impianto non riesce a coprire il fabbisogno energetico.