Fotovoltaico materiali: guida 2025 ai pannelli più efficienti
								Sommario
Il tema fotovoltaico materiali è cruciale nel 2025: l’effetto fotovoltaico alla base della produzione di energia dipende direttamente da quali materiali costituiscono il cuore del sistema. Il pannello fotovoltaico è fatto principalmente di silicio monocristallino o policristallino, realizzati con materiali ad alta purezza che costituiscono il pannello fotovoltaico e ne determinano efficienza, durata e sostenibilità. Il silicio monocristallino domina per rendimento e stabilità, mentre i film sottili e le tecnologie emergenti (HJT, TOPCon, perovskite) aprono nuove applicazioni e migliorano la conversione energetica. In questa guida analizziamo nel dettaglio quali sono i materiali più usati e come la loro composizione influisce su prestazioni, costi e impatto ambientale, per scegliere il materiale giusto.
Scelta rapida
- Spazio limitato, massima resa: Monocristallino N-Type TOPCon o HJT (21–24% efficienza, garanzie fino a 40 anni), il tipo più avanzato di pannello fotovoltaico fatto con materiali ad alte prestazioni.
 - Budget contenuto, superfici ampie: Policristallino (15–20%), meno adatto a tetti piccoli ma valido per grandi impianti.
 - Facciate, superfici curve, leggerezza: Film sottile (CIGS/CdTe/a-Si, 10–13%), ideale per applicazioni integrate.
 - Climi caldi o ombreggiamenti: HJT e N-Type (basso degrado, buona resa in low-light).
 - Focus sostenibilità e riciclo: moduli vetro-alluminio con filiere di recupero attive; attenzione ai pannelli realizzati con materiali come CdTe, che richiedono una corretta gestione a fine vita.
 
Fotovoltaico materiali: panoramica 2025 e tipi di pannelli solari fotovoltaici
Quando chiediamo “di che materiale sono fatti i pannelli fotovoltaici?”, la risposta breve è: nella grande maggioranza dei casi di silicio cristallino. A seguire arrivano i materiali a film sottile e, in fase di sviluppo, le perovskiti e le celle tandem. Capire come sono fatti i pannelli aiuta a scegliere bene e a evitare errori. Pronti a entrare nel merito?
Silicio monocristallino
Il silicio monocristallino è oggi il materiale per fotovoltaico più diffuso nei moduli ad alta efficienza. Le celle sono estratte da un singolo cristallo (struttura uniforme), di colore nero o blu scuro. Perché piace così tanto? Perché offre:
- Efficienza tipica 18–24% (i moduli di punta N‑Type TOPCon e HJT raggiungono la fascia più alta).
 - Stabilità e durabilità elevate grazie a minori difetti nel reticolo cristallino.
 - Buone rese in bassa irradiance e temperature alte nelle versioni N‑Type e HJT.
 - Costo per watt superiore ai poli o a parte del film sottile, ma spesso migliore LCOE su tetti piccoli.
 
Nel 2025, le varianti chiave sono:
- P‑Type PERC: tecnologia matura, costo contenuto, resa solida.
 - N‑Type TOPCon: migliore resistenza a LID/LeTID, efficienza e affidabilità superiori.
 - HJT/HIT: giunzione eterogenea con strati di silicio amorfo; ottima resa termica e in condizioni reali.
 

Silicio policristallino
Il silicio policristallino nasce dalla solidificazione di più cristalli. È stato protagonista per anni grazie al prezzo competitivo. Oggi resta utile quando lo spazio non è il vincolo principale.
- Efficienza tipica 15–20%.
 - Costo più basso, ma produttività inferiore a parità di superficie.
 - Esteticamente mostra la “grana” dei cristalli (blu variegato).
 
Per superfici ampie (capannoni, terreni), può ancora offrire un buon compromesso prezzo/energia prodotta. Su tetti piccoli, di solito non è la prima scelta.
Film sottile (a‑Si, CdTe, CIGS)
I materiali a film sottile depositano strati attivi sottilissimi su vetro, acciaio o plastiche. Comprendono silicio amorfo (a‑Si), tellururo di cadmio (CdTe) e CIGS (rame‑indio‑gallio‑selenio). Il loro punto forte? Leggerezza, flessibilità, integrazione in BIPV e superfici non piane.
- Efficienza tipica 10–13% per i prodotti commerciali.
 - Peso ridotto e possibilità di moduli curvi o semiflessibili.
 - Ideali per facciate, pensiline, tetti con bassa portata o veicoli.
 - Impatti e riciclo: attenzione a Cd e Pb; verificare sempre schede ambientali e piani di take‑back.
 
Se puntate alla massima produzione su poco spazio, il film sottile non è la prima opzione. Se serve integrazione architettonica o poco peso, diventa molto interessante.
Tecnologie ibride HJT/HIT: celle solari e pannelli solari fotovoltaici avanzati
Le celle HJT (o HIT) combinano silicio monocristallino con sottili strati di silicio amorfo. Questa struttura “eterogiunzione” riduce le perdite ai bordi e migliora la raccolta della luce.
- Fino a ~8% di resa relativa in più in condizioni reali rispetto a celle convenzionali.
 - Ottima resa in climi caldi e in bassa irradiance.
 - Costi in calo ma ancora “premium”.
 
Se vi serve efficienza alta, degrado basso e affidabilità nel tempo, HJT è tra le scelte top.
Terza generazione: perovskite, celle tandem, multi‑giunzione
Le perovskiti e le celle tandem perovskite‑silicio hanno superato il 30% di efficienza in laboratorio. Cosa manca? Stabilità e scalabilità industriale su larga scala. Nel 2025 vediamo:
- Pilot e early adoption in progetti dimostrativi.
 - Forte R&D su incapsulazione e durabilità.
 - Orizzonte 2025–2027: primi moduli tandem di nicchia; crescita possibile nel medio periodo.
 
In breve: enorme potenziale, ma serve prudenza per impianti domestici standard oggi.

Confronto rapido: efficienza, costo, durabilità, spazio
La scelta del materiale incide su quanta energia elettrica si produce, sul prezzo finale e sullo spazio richiesto. Qui trovate dati chiave, utili per un confronto sintetico.
Efficienza e parametri tipici (2024–2025)
| Tecnologia | Efficienza modulo (%) | Coefficiente termico (/%°C) | Degrado annuo tipico | Bifacciale | Garanzia prodotto/performance | 
|---|---|---|---|---|---|
| Mono P‑Type PERC | 19–21 | −0,36 / −0,40 | 0,5–0,7% | Opzionale | 12–25 anni / 25–30 anni | 
| Mono N‑Type TOPCon | 21–24 | −0,30 / −0,34 | 0,25–0,4% | Comune | 15–25 anni / 30–40 anni | 
| Mono HJT | 21–24 | −0,24 / −0,28 | 0,25–0,4% | Comune | 15–25 anni / 30–40 anni | 
| Poli | 15–20 | −0,40 / −0,45 | 0,6–0,8% | Raro | 10–15 anni / 25 anni | 
| Film sottile CdTe | 10–13 | −0,25 / −0,30 | 0,4–0,7% | No | 10–25 anni / 25 anni | 
| Film sottile CIGS | 10–13 | −0,30 / −0,36 | 0,4–0,7% | Raro | 10–25 anni / 25 anni | 
| Perovskite‑Si (tandem, pilot) | 20–26 (iniziale) | In valutazione | In valutazione | In sviluppo | In definizione | 
Note utili:
- Le efficienze commerciali di punta sono oggi nei bifacciali N‑Type TOPCon e HJT (21–24%).
 - Le garanzie performance citate nel mercato vanno, per i moduli premium, fino a 30–40 anni.
 - Il costo per watt dei mono N‑Type e HJT è più alto, ma il LCOE risulta spesso favorevole dove lo spazio è prezioso.
 
Spazio e vincoli
- Tetti piccoli: priorità assoluta a maggiore efficienza (mono, HJT, TOPCon).
 - Facciate e superfici curve: CIGS/CdTe e BIPV.
 - Climi caldi: cercate basso coefficiente termico (HJT e N‑Type).
 - Ombre parziali: moduli con diode di bypass ben configurate; HJT/N‑Type aiutano in low‑light.
 
Mercato e contesto 2025: dove vanno gli investimenti
Nel 2025 oltre il 90% dei moduli installati in Europa è a base di silicio cristallino, con netta prevalenza del monocristallino. Il segmento residenziale continua a crescere a doppia cifra, con oltre 50 GW previsti di nuove installazioni su base annua in UE. Nel commerciale e industriale avanzano i moduli bifacciali, in particolare su tetti ampi, carport e impianti a terra aziendali, perché sfruttano la luce riflessa (albedo) per aumentare la produzione.
Sostenibilità e riciclo dei componenti dei pannelli fotovoltaici e dei materiali solari
La domanda “pannelli fotovoltaici come sono fatti” non è solo tecnica: conta anche l’impatto ambientale dei materiali utilizzati e la riciclabilità. Un modulo fotovoltaico standard contiene:
- Vetro temperato anteriore (protezione e trasmissione della luce).
 - Celle fotovoltaiche in silicio (il cuore attivo).
 - Encapsulante (EVA o POE) che sigilla e protegge le celle.
 - Backsheet polimerico o vetro posteriore (nei moduli vetro‑vetro).
 - Cornice in alluminio (supporto strutturale).
 - Scatola di giunzione con diodi di bypass e cavi.
 
Queste parti sono in larga misura riciclabili: vetro, alluminio, rame, silicio possono essere recuperati. In Europa esistono filiere dedicate e sistemi di responsabilità estesa del produttore che gestiscono il fine vita (raccolta, trattamento e recupero). Per i film sottili con elementi come cadmio e piombo servono processi controllati e tracciati: verificate sempre EPD, piani di take‑back e la conformità normativa.
Chi mette la sostenibilità al centro dovrebbe valutare:
- EPD (dichiarazioni ambientali di prodotto) e contenuto riciclato.
 - La presenza di schemi di ritiro a fine vita e di impianti certificati di trattamento.
 - L’uso di materiali critici (indio, gallio, argento) e i piani per ridurli o sostituirli.
 

Prestazioni reali e affidabilità (clima, ombra, temperatura)
La prestazione reale non dipende solo dall’efficienza di targa. Conta il comportamento nel vostro clima e sul vostro tetto.
- Temperatura: all’aumentare dei gradi, la potenza cala. I moduli HJT e N‑Type hanno coefficiente termico più basso, quindi perdono meno kWh in estate.
 - LID/LeTID: sono forme di degrado indotto dalla luce e dalla temperatura. I moduli N‑Type resistono meglio, mantenendo una potenza più alta nel tempo.
 - Bassa irradiance: al mattino, al tramonto o con nuvole, HJT e N‑Type rendono bene.
 - Ombreggiamenti: i diodi di bypass aiutano, ma la configurazione delle stringhe, gli ottimizzatori o i micro‑inverter fanno la differenza. In caso di parabordi, camini, alberi, simulate sempre la scena d’ombra.
 - Bifacciali: su superfici con albedo favorevole (pavimentazioni chiare, ghiaia, neve stagionale) si possono ottenere guadagni reali aggiuntivi di produzione.
 
Quanto dura un pannello monocristallino N‑Type?
Le prove sul campo e le garanzie di mercato indicano che dopo 25 anni la potenza residua può essere nell’ordine dell’80–90% della nominale, con garanzie lineari fino a 30–40 anni per i moduli premium.
Trend e innovazioni 2025–2027
Cosa ci aspetta a breve?
- TOPCon e HJT diventano lo standard premium: efficienze alte, degrado ridotto, migliori prestazioni in caldo e low‑light.
 - Perovskite e celle tandem: risultati di laboratorio oltre il 31% e primi moduli pilota. Le sfide principali sono stabilità, incapsulazione e scalabilità produttiva.
 - BIPV più estetico: moduli trasparenti/semitrasparenti, vetri colorati, formati speciali.
 - Riciclabilità in crescita: processi avanzati per recuperare silicio, argento e vetro con rese più alte; sviluppo di incapsulanti più facili da separare.
 - Riduzione materiali critici: minor uso di argento nelle metallizzazioni, ricerca su contatti in rame.
 
Casi d’uso: Italia ed Europa
Ogni contesto ha il suo “materiale migliore”. Vediamo esempi pratici.
- Residenziale: tetti piccoli, vincoli estetici e richiesta di maggiore efficienza. Scelta tipica: monocristallino N‑Type TOPCon o HJT, spesso finitura full‑black per un look uniforme. Se ci sono ombre, si valutano ottimizzatori o micro‑inverter.
 - BIPV (Building Integrated Photovoltaics): facciate, frangisole, tetti curvi, pensiline leggere. Qui i film sottili CIGS/CdTe e il vetro fotovoltaico sono spesso vincenti, perché integrano la funzione di rivestimento architettonico e di produzione energetica.
 - Industriale e carport: superfici ampie e strutture robuste. Cresce l’uso di moduli bifacciali su carport e coperture piane. In siti pilota si testano tandem e soluzioni con ottimizzazione dell’albedo.
 - Tetti a bassa portata: moduli film sottile o formati vetro‑vetro alleggeriti; la priorità è l’analisi statica del carico.
 
Come sono collegate le celle in un pannello fotovoltaico?
Le celle sono di solito collegate in serie per aumentare la tensione. Gruppi di celle in serie connessi in parallelo aumentano la corrente. I diodi di bypass, integrati nella scatola di giunzione, isolano le sezioni in ombra per evitare che frenino l’intero modulo.

Come vengono fatti i pannelli fotovoltaici? (dalla cella al modulo)
Curiosi della produzione dei pannelli fotovoltaici? Il processo varia leggermente per tecnologia, ma in sintesi:
- Si parte dal materiale semiconduttore (in genere silicio) che viene purificato e cristallizzato (mono o poli).
 - Il cristallo viene tagliato in wafer sottili.
 - I wafer diventano celle con trattamenti di drogaggio, giunzione p‑n, texture e rivestimenti antiriflesso.
 - Le celle vengono interconnesse con nastri conduttivi in stringhe.
 - Le stringhe sono lamintate tra vetro e backsheet (o vetro‑vetro) con EVA/POE.
 - Si assembla la cornice in alluminio, la scatola di giunzione e si eseguono test elettrici e di isolamento.
 
Il risultato è un modulo solare fotovoltaico pronto per installazione e collaudo.
Come scegliere il materiale giusto: checklist pratica
Scegliere i materiali dei pannelli fotovoltaici non deve farvi perdere il sonno. Usate questa lista come guida rapida.
- Spazio disponibile e carico: quanta superficie utile? Qual è la portata del tetto? Serve leggerezza o forme speciali?
 - Clima e ombre: sito caldo? Ombre parziali? Valutate coefficiente termico, HJT/N‑Type, ottimizzatori.
 - Obiettivo energetico: autoconsumo, massima produzione su tetti piccoli, o integrazione BIPV?
 - Budget e ROI: confrontate prezzo/W e soprattutto LCOE su 25–30 anni. In spazi ridotti, alta efficienza batte costo unitario.
 - Affidabilità e garanzie: tipo di cella (P vs N‑Type), tasso di degrado, anni di garanzia su prodotto e performance.
 - Sostenibilità: EPD, percentuale di materiale riciclato, schemi di riciclo, assenza/presenza di materiali critici o pericolosi.
 - Installatore: certificazioni, referenze, progettazione ombre, servizio post‑vendita.
 
I pannelli che rendono di più nel 2025?
In applicazioni comuni, i monocristallini N‑Type TOPCon e HJT sono il riferimento. Se però serve leggerezza o integrazione estetica, i film sottili vincono per versatilità, pur con efficienza inferiore.
Esempi concreti e consigli pratici
Immaginate un tetto a falde di 40 m² in centro città. Qui il limite è lo spazio: puntate a moduli da 21–24%. Se la falda sud è calda d’estate, HJT o N‑Type vi daranno più kWh. Se invece avete un capannone con 2.000 m², potreste bilanciare costo e resa con mono P‑Type o poli, valutando bifacciali se il fondo riflette abbastanza luce. Per una facciata vetrata, l’obiettivo è estetico/strutturale: i film sottili su vetro, magari semi‑trasparenti, offrono un buon compromesso tra architettura e produzione di energia elettrica.
Vi chiedete se i pannelli solari termici c’entrano? Sono un’altra cosa: scaldano acqua usando il sole. I moduli fotovoltaici trasformano la radiazione solare in elettricità attraverso l’effetto fotovoltaico nella cella solare. Sono tecnologie sorelle, ma con scopi diversi.

Conclusioni e key takeaways
Nel 2025 la scelta dei materiali per il fotovoltaico si gioca su tre assi: efficienza, contesto d’uso e sostenibilità. Se avete spazio limitato, puntate su monocristallino N‑Type TOPCon o HJT per massima maggiore efficienza, basso degrado e garanzie lunghe. Se serve integrazione architettonica o leggerezza, i film sottili sono una soluzione agile. All’orizzonte, perovskite e celle tandem promettono oltre il 30% di efficienza, ma richiedono ancora maturità industriale per un uso diffuso.
Tre takeaway rapidi:
- Il monocristallino resta lo standard per resa e durata.
 - Il film sottile abilita BIPV, leggerezza e forme speciali, accettando efficienza più bassa.
 - Le innovazioni (perovskite/tandem) sono promettenti ma ancora in transizione verso il mercato di massa.
 
Domande frequenti
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Di che materiale sono fatti i pannelli fotovoltaici?
La composizione pannello fotovoltaico varia a seconda del tipo di materiale utilizzato, ma nella maggior parte dei casi i pannelli solari fotovoltaici sono realizzati con silicio cristallino, in forma monocristallina o policristallina. Questo materiale è il cuore del pannello, dove avviene l’effetto fotovoltaico che trasforma l’energia solare in energia elettrica. La struttura del pannello fotovoltaico comprende un vetro anteriore, celle fotovoltaiche all’interno del pannello, encapsulanti (EVA o POE), un backsheet e una cornice in alluminio che funge da supporto strutturale al pannello. Oltre al silicio, nel mondo del fotovoltaico materiali emergono altri materiali come CdTe, CIGS e perovskiti, che permettono soluzioni leggere e flessibili per la produzione di energia solare. Questi diversi materiali determinano non solo l’efficienza, ma anche la durabilità e l’impatto ambientale del tipo di modulo fotovoltaico.
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Quali sono i materiali solari principali?
Nel panorama del fotovoltaico materiali, i principali materiali che compongono un pannello solare fotovoltaico sono il silicio monocristallino, il silicio policristallino, il silicio amorfo, il tellururo di cadmio (CdTe), il CIGS e le perovskiti. I pannelli fotovoltaici monocristallini e policristallini dominano il mercato per efficienza e affidabilità, mentre i film sottili e i materiali innovativi rappresentano la nuova frontiera del fotovoltaico e della sostenibilità. Ogni tipo di materiale influenza la quantità di energia solare convertita e la resa nel tempo. Le celle dei pannelli monocristallini garantiscono efficienze superiori, mentre quelle policristalline sono più economiche ma leggermente meno performanti. Le perovskiti e le celle tandem offrono prospettive di maggiore produzione di energia solare grazie alla loro capacità di catturare più spettri di luce, migliorando la conversione dell’energia solare in energia elettrica.
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Come è strutturato un impianto fotovoltaico?
Un sistema fotovoltaico è composto da più elementi che lavorano insieme per trasformare l’energia solare in elettricità. La struttura pannello fotovoltaico comprende i moduli fotovoltaici, montati su strutture di supporto resistenti al vento e alla neve, collegati da cavi DC a un inverter che converte la corrente continua in alternata. Altri componenti di un pannello fotovoltaico includono quadri di protezione AC/DC, contatore e, opzionalmente, batterie di accumulo. Ogni componente del pannello contribuisce alla conversione dell’energia solare in energia elettrica pulita. I fotovoltaici monocristallini e policristallini vengono scelti in base allo spazio e al rendimento desiderato. Installare un impianto fotovoltaico ben progettato consente di sfruttare al massimo questa fonte di energia rinnovabile e sostenibile, riducendo al contempo i costi energetici e l’impatto ambientale.
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Come sono collegate le celle di un pannello?
Le celle fotovoltaiche all’interno del pannello sono collegate in serie per aumentare la tensione e in parallelo per incrementare la corrente. Queste connessioni sono parte della struttura del pannello fotovoltaico e garantiscono il corretto funzionamento del modulo. I diodi di bypass installati nella scatola di giunzione servono a proteggere i pannelli solari fotovoltaici in caso di ombreggiamento, evitando perdite di quantità di energia. Questa composizione permette di ottenere una conversione dell’energia solare efficiente e stabile. I fotovoltaico materiali utilizzati per conduttori e incapsulanti devono garantire conducibilità, isolamento e durata. Anche il modo di collegare i pannelli fotovoltaici in un sistema fotovoltaico (serie/parallelo) influisce sul rendimento globale e sulla sicurezza dell’impianto, rendendo essenziale la qualità dei componenti che costituiscono il pannello e dei materiali impiegati.
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Quali pannelli rendono di più?
Nel 2025, i pannelli fotovoltaici monocristallini N-Type TOPCon e HJT offrono la migliore efficienza tra i tipi di pannelli fotovoltaici commerciali. Questi moduli, grazie alla loro composizione e ai materiali impiegati, assicurano un’ottima conversione dell’energia solare e un basso degrado nel tempo. I pannelli solari producono energia in modo più stabile con queste tecnologie rispetto ai pannelli policristallini, che restano comunque validi per grandi superfici a basso costo. I diversi materiali utilizzati, come i contatti in rame o argento e i vetri ad alta trasmittanza, migliorano le prestazioni complessive. Nel mondo del fotovoltaico materiali, le celle tandem e le perovskiti rappresentano i nuovi materiali e tecnologie più promettenti per aumentare ulteriormente la quantità di energia solare convertita in elettricità.
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Quali sono le categorie di pannelli?
Le tipologie di pannelli fotovoltaici si dividono principalmente in monocristallini, policristallini, film sottili e tandem/perovskite. I pannelli fotovoltaici monocristallini e policristallini costituiscono la base del mercato, con i primi più efficienti e i secondi più economici. I film sottili, realizzati con vari materiali come CdTe o CIGS, offrono leggerezza e flessibilità, ideali per applicazioni su superfici curve o integrate negli edifici. Le celle tandem e le perovskiti rappresentano la nuova frontiera del fotovoltaico materiali, combinando materiali innovativi per ottenere una maggiore produzione di energia solare. Ogni tipo di pannello è progettato per specifiche esigenze di spazio, efficienza e sostenibilità, contribuendo alla transizione energetica e alla valorizzazione di questa fonte di energia pulita e rinnovabile.
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I pannelli a film sottile convengono in casa?
I pannelli a film sottile, parte integrante delle tipologie di pannelli fotovoltaici, convengono solo in contesti dove servono leggerezza, flessibilità o integrazione architettonica. Questi pannelli solari fotovoltaici sono realizzati con diversi materiali, come silicio amorfo (a-Si), CdTe o CIGS, che consentono design eleganti e basso peso. Tuttavia, rispetto ai pannelli monocristallini, hanno un’efficienza inferiore e producono una minore quantità di energia solare a parità di superficie. Nel mondo del fotovoltaico materiali, i film sottili sono ideali per facciate o tetti leggeri, ma non per tetti piccoli dove serve la massima resa. Chi desidera installare un impianto fotovoltaico domestico efficiente dovrebbe considerare anche la composizione pannello fotovoltaico, la struttura del pannello e il tipo di materiale più adatto al clima e all’uso previsto.
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Quanto dura un pannello N-Type?
Un pannello fotovoltaico N-Type, specialmente nelle versioni TOPCon e HJT, è progettato per durare oltre 25 anni, mantenendo fino all’80–90% della potenza iniziale. La lunga durata deriva dalla struttura pannello fotovoltaico avanzata e dai fotovoltaico materiali impiegati, come vetri temperati, celle ad alta purezza e incapsulanti resistenti ai raggi UV. I componenti dei pannelli fotovoltaici e la qualità dei contatti metallici determinano la stabilità nel tempo. Questi pannelli fotovoltaici monocristallini offrono ottima resistenza termica e meccanica, ideali per massimizzare la produzione di energia solare. Le garanzie sui modelli premium possono arrivare fino a 40 anni, a conferma della solidità della composizione e dei materiali che compongono il cuore del pannello, capaci di mantenere efficiente la conversione dell’energia solare in energia elettrica per decenni.
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È possibile riciclare i pannelli in Europa?
Sì. In Europa esistono filiere dedicate al riciclo dei pannelli solari fotovoltaici, nel quadro della responsabilità estesa del produttore. Le norme UE prevedono che le componenti dei pannelli fotovoltaici – vetro, alluminio, rame e silicio – siano recuperate e reimmesse nel ciclo produttivo. La composizione pannello fotovoltaico facilita questo processo grazie alla separabilità dei diversi materiali che costituiscono il modulo. Anche nel campo del fotovoltaico materiali, l’attenzione alla sostenibilità e al recupero cresce costantemente: si sviluppano nuovi materiali e tecnologie più facili da smontare e riciclare. I sistemi di raccolta come PV CYCLE assicurano che ogni tipo di pannello venga trattato correttamente, contribuendo a un fotovoltaico e della sostenibilità più circolare. Il riciclo consente di proteggere i pannelli solari e ridurre l’impatto ambientale della produzione di energia solare in Europa.
 
Riferimenti
https://www.nrel.gov/pv/cell-efficiency.html
https://www.ise.fraunhofer.de/en/publications/studies/photovoltaics-report.html
https://joint-research-centre.ec.europa.eu/photovoltaic-geographical-information-system-pvgis_en